Raccontare la Pianura Veronese significa innanzitutto fare riferimento alla sua secolare tradizione agricola. Il viaggiatore moderno intenzionato a conoscere e ad apprezzare i segreti di questo territorio non può dimenticare la storia del suo passato rurale e della sua civiltà contadina, ormai quasi completamente scomparsa.

In un immaginario viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta della “vocazione” agricola della Pianura Veronese, troveremo, alle origini, l’importante ruolo svolto dalla Repubblica di Venezia. Essa favorì, durante l’età moderna, l’acquisto di centinaia di ettari di terreni coltivabili, da parte delle più facoltose famiglie della nobiltà cittadina. Questa vorace “corsa alla terra”, una terra fertile e vergine, comportò imponenti operazioni di miglioramento dei terreni e profondi cambiamenti allo spazio insediativo che ancora oggi, uno sguardo attento, può agevolmente riconoscere.

Ben presto, dunque, furono le complesse opere di bonifica a scandire il ritmo lento della storia della Pianura Veronese e del suo paesaggio. Un territorio la cui evoluzione seguì la cadenza paziente del lavorio dell’uomo. Fu così che, decennio dopo decennio, prese a disvelarsi un paesaggio diverso, punteggiato di poderi, case a corte, canali di scolo e corsi d’acqua.

A partire dal Cinquecento la capillare diffusione delle aziende agricole trasformò ulteriormente questo territorio. Celebre è rimasta la descrizione della Pianura Veronese fatta da Goethe nel 1786 quando intraprese il suo lungo viaggio in Italia: «l’ampia pianura – scrisse il poeta tedesco – che si percorre man mano si allarga, e la strada larga, diritta e ben mantenuta attraversa una campagna assai fertile: la vista spazia fra lunghe file di alberi intorno ai quali si avviticchiano verso l’alto i tralci della vite, che poi ricadono in basso come ramoscelli aerei». E ancora: «tra i filari delle viti il suolo è sfruttato per la coltivazione di ogni sorta di grano, specialmente del granoturco e del sorgo». Con quest’ultima frase Goethe ci ha lasciato una straordinaria descrizione della caratteristica “piantata padana”.

Grande importanza ebbe anche per alcuni secoli la coltivazione del riso, introdotta all’inizio del Cinquecento e diffusa velocemente grazie alla enorme abbondanza di acqua. Oggi, a ricordarci questo importante capitolo della storia agraria della Pianura Veronese, rimangono i numerosi edifici un tempo usati per la lavorazione del cereale bianco che imprenditori attenti e sensibili alla tradizione stanno lentamente recuperando per renderli così fruibili dal turista.